Lo Scoglio dell’Ulivo di Palmi è costituito da rocce rarissime, dominate Miloniti, riconosciute per la prima volta dallo studioso Lapworth nel 1885 nelle Higlands scozzesi e studiate da ricercatori di fama internazionale dell’Università degli Studi di Catania (G. Ortolano, R, Cirrincione, E. Fazio ed altri) anche in collaborazione con I. Alsop (Università di Aberdeen, Scozia).
La presenza di queste rocce così particolari e il loro studio minuzioso, ha permesso agli scienziati di avere conferme circa l’origine e l’evoluzione geodinamica dell’Orogene (Arco) Calabro-Peloritano (OPC), di cui l’Aspromonte rappresenta la parte più meridionale. Una “Terra” che potrebbe definirsi straniera, esotica, migrante, che non fa parte della Catena Appenninica, nonostante ne sia geograficamente la naturale prosecuzione – poiché molto più antica – essendo infatti un frammento della Catena Ercinica e della Catena Alpina.
E questa “Terra migrante”, da quelle latitudini e confina a grandi profondità nella crosta terrestre (a circa 35km), intorno a 60 milioni di anni fa, ha iniziato ad andare alla deriva verso sudest e oggi la ritroviamo in superficie, esumata, grazie all’attivazione di un “binario preferenziale” lungo il quale si è mossa e che ha funzionato anche come “rampa di risalta”. Questo binario/rampa, detto dagli studiosi shear zone, è una fascia sub verticale, orientata WNW-ESE, larga 400 metri e che si inoltra nell’entroterra per 1.5 km circa, e l’Ulivarella (Scoglio dell’Ulivo) con le sue rocce milonitiche, che accolgono il solitario e resiliente Ulivo ultracentenario, costituisce un patrimonio geologico di rilievo Internazionale da conservare e valorizzare, poiché rappresenta la testimonianza più speciale degli immani movimenti della terra e delle sue scelte di vita.
A seguito del convegno svoltosi a Palmi il 05 Marzo 2022, L’amministrazione di Palmi e l’Università di Catania Dipartimento di Geologia hanno avviato il processo per il riconoscimento del sito dello Scoglio dell’Ulivo quale Geosito di interesse Mondiale.